Poco si sa della storia antica di Rocca, solo alcuni ritrovamenti di costruzioni e tombe testimoniano del popolamento della vallata in epoca romana.

Del periodo medioevale mancano documenti fino al 1068, quando i signori di Montecerro e Ceuta, fanno donazione di un terreno in  Marzolo all’Abbazia di San Benedetto.

Già allora esistevano la Pieve di San Cassiano in Casatico ed il borgo, mentre il Castellaccio, se non c’era ancora, era previsto per la loro difesa.

Attorno a Rocca esistevano tanti altri castelli di proprietà dei vassalli dei vescovi di Forlimpopoli o Ravenna, i conti Guidi, De Calboli, Da Montecerro, …

Famiglie con parti e ruoli non secondari nella storia della Romagna, fino all’arrivo di Firenze, a cui il nostro paese rimase legato fino al 1923, derivandone stili di vita e mentalità, che, sommati alla devozione alla Madonna delle Lacrime, determinarono una comunità così salda e coesa da evitare violenze vendette anche nei momenti più cruciali.

Ed anche in tempi recenti Rocca ha risentito meno di altri paesi dei mali più diffusi nella società attuale.



La secolare devozione alla Madonna che lacrimò nel 1523, il ruolo dell’antica Pieve, del convento dei frati minori e delle “suorine”, hanno senz'altro favorito la fioritura di esperienze ecclesiali o laicali preziose per la comunità rocchigiana.

Il Circolo parrocchiale, gli Scout, la Misericordia e l’Associazione Culturale “Tradizioni Acquacheta”, con modalità ed obbiettivi diversi, contribuiscono al benessere fisico e morale dei compaesani, giovani e non.